Aerofagia

La dieta si prefigge il recupero delle capacità digestive e di assorbimento, incidendo soprattutto sulla qualità delle ricette proposte (semplici, cotte e passate).

Esse devono essere stimolanti la secrezione e nel contempo facilmente aggredibili dagli enzimi e dalla flora.   Particolare cura va riposta ai rapporti fibra solubile/fibra insolubile per normalizzare il transito intestinale senza dar luogo a processi fermentativi indesiderati.

Prima dieta lievemente ipocalorica, bilanciata, con porzioni sotto la norma.

Frutta staccata dai pasti principali, come spuntino.

Piatti semplici, poco elaborati, ben cotti, contorni meglio cotti e passati.

Alimenti vietati:   Bevande alcooliche, formaggi fermentati, insaccati, frattaglie, selvaggina, carni grasse, latte intero, uova intere, intingoli e salse, legumi raramente e solo se passati, verdure crude poche e tagliate finemente, cavoli, cetrioli.

N.B. Da preferire pane tostato e crostate solo se ben cotte e poco dolci; zucchero con moderazione; latte magro e in piccole quantità.

 

Alcolismo

La dieta si prefigge di mantenere e migliorare lo stato nutrizionale nei soggetti con marcate carenze attraverso un adeguato apporto di energia e di nutrienti, di impedire l'encefalopatia epatica e di prevenire le ulteriori degenerazioni del fegato.

La dieta è inizialmente normocalorica, frazionata, con successivi incrementi calorici graduali.

E' ricca e variata nelle ricette e utilizza alimenti integrali di preferenza vegetali.

Dieta dopo il primo approccio ipercalorica, ipolipidica, iperglucidica, con piatti semplici, metodi di cottura non drastici, introduzione di monopiatti, alternativi.

Condimenti vegetali a crudo.

Supplementazioni di BCAA e vitamine.

Alimenti vietati:   Formaggi grassi - erborinati, carni e pesci grassi - inscatolati - salati - affumicati - in salamoia, alcoolici, aperitivi, bibite, grassi animali, dolci con creme, salse, snack, frutta secca, avocado.    N.B. Formaggi o uova solo 2 volte la settimana.

 

Anemia        

condizione patologica caratterizzata dalla diminuzione della massa dei globuli rossi al disotto dei valori considerati normali. Si possono verificare sia pur raramente in caso di diete dimagranti incongrue, lievi screzi anemici riconducibili rapidamente alla norma con alimenti ricchi in ferro e vitamine del gruppo B. Poiché l’assunzione del ferro dagli alimenti è facilitata dall’acido ascorbico è buona norma consumare i cibi più ricchi in ferro insieme ad agrumi. Il ferro è contenuto abbondantemente nei cibi seguenti: fegato, rene, carne rossa, polpi, calamari, tuorlo d’uovo, vongole, fagioli, lenticchie, soia, noci, prezzemolo.

 

Aterosclerosi

La dieta si prefigge il raggiungimento del peso ideale e di un adeguato stato nutrizionale (FAT/FFM).   Normalizzazione del quadro lipemico con regime ipocalorico, ipolipidico.

Vanno privilegiati i vegetali, gli alimenti integrali e i cibi non raffinati in quanto fonti elettive di nutrienti in grado di prevenire il complesso delle patologie spesso associate all'aterosclerosi.

Dieta normoproteica e ipolipidica privilegiante grassi vegetali, fibra, leguminose e verdure crude con riferimento al modello mediterraneo.

Introduzione monopiatti, limitazione delle fonti animali.

Condimenti vegetali a crudo.

Alimenti vietati:   Frattaglie, selvaggina, maiale e manzo grasso, pesci grassi, grassi animali, paste ripiene, gnocchi, polenta, sughi, estratti di carne, ragù, salumi, crostacei, molluschi, uova, frutta secca, liquori, spumanti, aperitivi, birra.

N.B. Uova o formaggi e derivati, al massimo 2 o 3 volte la settimana.

 

Calcolosi biliare

affezione caratterizzata dalla presenza di strutture cristalline all’interno della colecisti (colelitiasi) o all’interno del dotto biliare comune (coledocolitiasi).

Queste strutture possono essere di tre tipi: calcoli colesterinici, formati da colesterolo; calcoli misti, formati da colesterolo, sali di calcio, acidi e pigmenti biliari, proteine, acidi grassi e fosfolipidi; calcoli pigmentari, formati da pigmenti biliari. I primi due tipi comprendono l’80% dei calcoli biliari; gli ultimi, il 20%.

La formazione dei calcoli biliari

Il colesterolo è un grasso non idrosolubile, raggiunti i limiti della solubilizzazione nella bile, si ha la sua precipitazione e la formazione di calcoli. I meccanismi più importanti nella produzione dei calcoli sembrano essere un’aumentata secrezione biliare del colesterolo (causata, per esempio, da obesità, diete ipercaloriche, fattori genetici), e una diminuita secrezione epatica di sali biliari (causata, per esempio, da malattie o resezioni ileali, fattori genetici). Condizioni predisponenti sono la familiarità (per fattori genetici e abitudini alimentari comuni), il sesso femminile, il numero delle gravidanze; importanti condizioni patologiche associate sono l’obesità, il diabete mellito, l’ipertrigliceridemia. L’alimentazione può concorrere alla formazione di calcoli: soprattutto un’alimentazione ipercalorica, ricca di zuccheri raffinati e grassi, l’abuso di bevande alcoliche, le diete povere di scorie vegetali, le diete dimagranti drastiche e la riduzione del numero di pasti giornalieri.

Alimenti consigliati: Pasta, riso, semolino in brodo di verdura o asciutte con pomodoro fresco, pane abbrustolito, fette biscottate, grissini, carni magre o pollo senza pelle o pesce magro lessi o ai ferri, formaggi freschi, mozzarella, robiola, yogurt, latte magro, verdure, patate, lattuga, spinaci, asparagi, carote, barbabietole lessati e conditi con olio e succo di limone oppure insalata, frutta fresca matura cotta o grattugiata, marmellate, acqua leggermente alcalina.

Alimenti sconsigliati: Brodo di carne, pane fresco, grassi animali, selvaggina, crostacei, insaccati, interiora, salmone, caviale, anguilla, lumache, panna, formaggi grassi o fermentati, latte intero, uova fritte, salse, maionese, spezie e condimenti, acciughe, mostarda, pepe, aceto, frutta acerba e frutta secca, cioccolata, cacao, caffè, tè, vini, liquori, bevande fredde, gelati.

 

Cardiopatia CARDIOPATIA

La dieta è parametrata al raggiungimento di un adeguato stato nutrizionale (FAT, FFM, IW), controlla l'eventuale quadro lipemico alterato, previene i molteplici fattori di rischio associati.

Nel sovrappeso l'ipocaloricità sarà graduale.

Nei regimi ipocalorici drastici sono contemplate eventuali supplementazioni.

Dieta tendenzialmente vegetariana, leggermente ipocalorica, ipolipidica, normoproteica nel normopeso.
Ipocalorica graduale nel sovrappeso, con scelta di cibi integrali, piatti semplici, poco elaborati.

Pasti frazionati, porzioni sotto la norma (Rif. Dietary Goals), alimenti vegetali a crudo, blanda nell'apporto di sale.

Alimenti vietati:   Frattaglie, selvaggina, carni grasse, pesci grassi, grassi animali, formaggi grassi, salse grasse e piccanti, spezie, pesci e carni conservate, inscatolati, in salamoia, affumicati, snack, dolci con creme, bibite dolci, liquori.   N.B. Formaggi, 3 volte la settimana.

 

Cefalee

Definizione:   La dieta si prefigge una corretta igiene alimentare e una regolare fruizione dei pasti con scelta di alimenti integrali, semplici e non manipolati.

Evitare l'apporto di sostanze complesse o tossiche, che possano incrementare la sintomatologia.

Particolare attenzione va posta alla introduzione graduale degli alimenti "scatenanti".

La dieta leggermente ipocalorica, frazionata, leggermente ipoproteica, con tendenza vegetariana.

Porta ad incrementare i micronutrienti che favoriscono un buon funzionamento del SNC.

Dieta normocalorica o lievemente ipocalorica, ipoproteica, iperglucidica, ipolipidica.

Pasti regolari, porzioni sotto la norma, frutta negli spuntini, monopiatti serali.

Ricette non elaborate, metodi di cottura blandi, cibi integrali, condimenti vegetali a crudo.

Alimenti vietati:   Frattaglie, selvaggina, carni grasse, uova, pesci grassi, grassi animali, formaggi in genere, inscatolati, pesci e carni conservate, in salamoia, arance, avocado, melone, frutta di bosco, frutta conservata, brodi di dado, conserve in genere, liquori, vino bianco, snack, merende, dolci con creme, spezie, salse.

 

Cirrosi

malattia del fegato caratterizzata da un grave e irreversibile sovvertimento delle cellule epatiche. Esistono molti tipi di cirrosi: alcolica, virale, biliare, cardiaca, metabolica, da farmaci, autoimmune, da causa sconosciuta..

Terapia e dieta

La terapia si basa sull’astensione da fattori dannosi per il fegato, come l’alcol e i farmaci, sul riposo, sulla somministrazione di preparati polivitaminici (specie vitamina K); un giusto apporto di grassi, proteine e zuccheri: fra i grassi va data la preferenza a quelli vegetali (olio di oliva, di semi); le uova non sono vietate. Il malato di fegato può tollerare male alcuni cibi che causano meteorismo: legumi, broccoli, verze, rape, frutta secca oleosa e a guscio (noci, nocciole, datteri), castagne, cocco ecc.; gli aromi possono essere usati liberamente, come pure il pomodoro e il formaggio grana. Nei casi di cirrosi in fase di scompenso la dieta diventa il cardine della terapia: nella cirrosi con ritenzione idrica (ascite, edemi) l’alimentazione deve essere povera di sale ed escludere quindi dadi per brodo, alimenti conservati sotto sale, alimenti essiccati e affumicati, formaggi, burro e margarina. Nella cirrosi con ittero è necessario limitare l’introduzione dei grassi alimentari a 40 g giornalieri. Nella cirrosi con encefalopatia si consiglia una dieta povera di proteine.

 

Colite

malattia infiammatoria, a carattere acuto o cronico, del colon. Le forme acute sono causate da tossine, batteri, virus, farmaci o errori alimentari: sempre sono presenti diarrea, a volte con sangue e muco nelle feci. Le coliti croniche, caratterizzate da disturbi di lunga durata, possono essere originate sia da microrganismi, sia da colite ulcerosa e malattia di Crohn: i sintomi non differiscono di molto da quelli delle forme acute. La terapia si basa sul riposo a letto, sulla reintegrazione dei liquidi e dei sali persi con la diarrea e, se possibile, sulla cura della malattia di base; tuttavia, specie nelle colite acute, i disturbi tendono a guarire senza terapie entro pochi giorni.

Colite ulcerosa

malattia infiammatoria cronica dell’intestino: colpisce il retto e il colon, risparmiando l’intestino tenue, con lesioni limitate a mucosa e sottomucosa. Compare in soggetti di età compresa tra i 15 e i 30 anni. Le cause sono sconosciute, ma si prendono in considerazione come fattori scatenanti lo stress associato a disturbi immunitari, e influenze dietetiche. I sintomi sono: diarrea; dolori addominali crampiformi che precedono l’evacuazione; calo di peso; astenia; anemia da carenza di ferro. Le complicazioni a lungo termine sono rappresentate dal rischio di sviluppare tumori del retto-colon. La malattia può avere un andamento cronico continuo, cioè con recidive alternate a periodi di benessere, o presentarsi come attacco singolo. La diagnosi si basa, oltre che sul quadro clinico, su esami radiologici e sull’endoscopia con prelievi bioptici, anche se non di rado è molto difficile distinguere tra colite ulcerosa e malattia di Crohn del colon. Alimenti consigliati: Minestre di avena, orzo, riso e tapioca; paste cucinate con burro fresco o brodo di verdura; pane tostato o fette biscottate; carni bianche battute od omogeneizzate, cucinate ai ferri o al vapore; pesci magri lessi; uova alla coque; patate lesse e purea; formaggi non fermentati e yogurt; frutta cotta, grattugiata oppure intera ma soltanto molto matura e privata della buccia.

Alimenti sconsigliati: Brodi di carne, insaccati, spezie, carni grasse o cacciagione, pesce grasso, scatolame, pane fresco, verdure crude, cioccolato, panna, frutta acerba, gelati.

 

Colon irritabile

La dieta si prefigge il recupero di un adeguato stato nutrizionale e del peso nei soggetti, che spesso associano al malassorbimento uno stato di sottopeso.

La dieta tende ad incrementare l'apporto di fibra idrosolubile, maggiormente indicata a normalizzare la motilità del colon senza irritare le mucose.

E' necessaria l'analisi del sintomo cronico per l'individuazione di eventuali fattori psicologici (stress). In questo caso è utile impostare un regime dietetico mediato dalla gestione comportamentale del paziente.

Dieta normocalorica o lievem. ipercalorica se in sottopeso, porzioni lievem. sotto la norma, piatti semplici, cibi ben cotti, frutta lontano dai pasti, meglio cotta, verdura cotta tritata o passata.

Alimenti vietati:   Pane integrale, pasta integrale, zucchero, caffè, tè, molluschi, crostacei, spezie, frutta e verdura ricche di fibre indigeribili, legumi secchi interi, selvaggina, carni rosse e fibrose, bevande alcooliche, formaggi stagionati e fermentati, bibite o soft-drink, fritture, stufati, salse.

 

Diarrea     -    

In fase acuta dieta idrica a base di acqua e tè al limone zuccherato, per passare poi a minestre di riso molto cotto, semolino, patate lesse e schiacciate, carne tritata ed omogeneizzata.

Diarrea cronica     -    

Alimenti consigliati: Semolino, riso, minestre con farina di mais o tapioca, pasta asciutta con olio crudo e parmigiano, carni bianche o rosse al vapore o alla griglia, pesci magri bolliti e con succo di limone, uova alla coque o a bere, formaggi magri tipo mozzarella, robiola, camembert, frutta sbucciata, grattugiata o passata al setaccio, verdura cotta e passata al setaccio evitando quelle ricche di fibre, asparagi, lattuga, bietole, carote, patate, marmellate, miele.

Alimenti sconsigliati: Antipasti, pane fresco, brodi di carne, carni grasse e selvaggina, cibi conservati, insaccati, fritture, stufati, umidi, brodetti, cavoli, castagne, arance, uva, panna, ricotta, formaggi grassi o fermentati, liquori, bevande ghiacciate, gelati, frutta acerba.

 

Dispepsia     -      

Vengono distinte forme primitive, nelle quali non è possibile riconoscere alcuna malattia organica, da forme secondarie a patologie dell’apparato digerente (ulcere peptiche, ernie iatali, riflusso gastroesofageo, malattie epatiche e delle vie biliari, pancreatiti croniche, appendicopatie, parassitosi intestinali e neoplasie), o a patologie extraintestinali (cardiopatie, malattie vascolari, pneumopatie croniche, nefropatie, diabete). Il paziente può lamentare dolori e bruciori epigastrici a breve distanza dai pasti, seguiti a volte da vomito nelle forme con aumento della motilità e delle secrezioni gastroduodenali; oppure avvertire acidità di stomaco da quattro a sei ore dopo i pasti, con digestione laboriosa e senso di peso epigastrico nelle forme con diminuzione della motilità e delle secrezioni gastroduodenali.

Norme generali da seguire per tale affezione sono le seguenti: ripartire l’alimentazione in 4-5 pasti, mangiare a ore regolari, evitare cibi troppo caldi o troppo freddi, mangiare lentamente e masticare accuratamente, eliminare alcol e tabacco ed infine evitare motivi di tensione durante i pasti.

 

Diverticolosi

La dieta si prefigge la normalizzazione del transito intestinale e la risoluzione della sintomatologia associata: spasmo, nausea, vomito, diarrea ecc., attraverso l'aumento del volume del lume e la distensione delle pareti.   Più fibra per eliminare le sacche di cibo ma con l'accuratezza di evitare gli eccessi per impedire indesiderati effetti fermentativi o effetti lassativi.

Si consiglia di massimizzare la frazione idrosolubile.

Dieta iniziale lievemente ipocalorica, ipoproteica, in seguito normocalorica, bilanciata.

Piatti semplici, poco elaborati, primi ben cotti.

Incremento graduale di fibra attraverso frutta e verdura cotte, frutta negli spuntini.

Alimenti vietati:   Zucchero, caffè, tè, molluschi, crostacei, spezie, frutta e verdura ricche di fibre indigeribili, legumi secchi interi, selvaggina, carni rosse e fibrose, bevande alcooliche, formaggi stagionati e fermentati, bibite o soft-drink, fritture, stufati, salse.   N.B. Verdure crude ben tagliate.

 

 

Emorroide

Si distinguono: emorroidi di primo grado, quando non fuoriescono dall’orifizio anale nemmeno durante la defecazione; emorroidi di secondo grado, quando migrano verso l'esterno solo durante la defecazione, per poi rientrare spontaneamente al termine di questa; emorroidi di terzo grado, quando migrano come le precedenti ma è necessario farle rientrare manualmente; emorroidi di quarto grado, quando rimangono sempre al di fuori dell'ano, a prescindere dall'atto defecatorio, e non è possibile riportarle nella loro sede naturale nemmeno manualmente. Le cause sono molteplici: in primo luogo una predisposizione costituzionale; fattori anatomici; vita sedentaria e dieta povera di scorie che costringe a sforzi esagerati durante le evacuazioni; inoltre sono condizioni favorenti la gravidanza. Modificando le abitudini alimentari e di vita, si possono ottenere ottimi risultati.   

Alimenti consigliati: Carni bianche, pesci magri, latte, latticini, frutta fresca, olio di oliva, aceto, burro fresco, tè leggero.

Alimenti sconsigliati: Carni salate o conservate, insaccati, selvaggina, formaggi stagionati, salse, spezie, peperoncino, pepe, vino, birra, liquori.

 

Enterite

Le forme acute sono solitamente sostenute da infezioni virali, batteriche (colera, tifo, salmonellosi), micotiche o parassitarie, da tossici (tossine batteriche, farmaci), allergie alimentari, assunzione di cibi o bevande molto fredde. Le forme croniche possono essere infettive (tubercolosi, AIDS), tossiche (uremiche nell’insufficienza renale cronica, etiliche, da piombo), dovute ad allergia o intolleranza alimentare (morbo celiaco), a patologie immunitarie oppure a patologie la cui origine non è stata ancora individuata con assoluta certezza (morbo di Crohn). I sintomi sono costituiti da diarrea (con feci liquide, maleodoranti e ricche di alimenti non digeriti), febbre, disidratazione, astenia, dolori addominali; si aggiungono nelle varianti croniche calo ponderale per malassorbimento, steatorrea, anemia, ipoproteinemia e altri disturbi sistemici. Le enteriti spesso si associano a gastrite e a colite, specie nei processi infettivi, allergici e tossici.

Dieta idrica per 24 ore a base di acqua zuccherata, tè, infuso di camomilla. Le 48 ore successive a base di un solo tipo di frutta: banane o mele schiacciate o grattugiate nella quantità da 500 a 1500 gr. Più acqua o tè. Si passerà poi alla somministrazione di carboidrati in forma di amidi e cioè: semolino, riso, tapioca, pane tostato, dopo di che si reintrodurranno le proteine animali e i grassi iniziando dai formaggi e dal burro per passare poi alla carne.

Enterite (infantile)     -    

Sospensione del latte e sua sostituzione con passati di mele o carote più acqua leggermente alcalina addizionata ad elettroliti (sodio e potassio) e glucosio. È necessario che il bambino beva poiché‚ con le scariche diarroiche si ha una forte eliminazione di liquidi. Non appena le feci cominciano ad essere più consistenti, anche se ancora mucose, si passa alla rialimentazione con latte magro o acidi diluiti con acqua e addizionati ad elettroliti. Si prosegue così diminuendo gradualmente la razione di acqua e aumentando quella di latte fino a tornare alla razione calorica normale.

 

Gastrite  

Nei casi di disturbi con accertata sintomatologia di gastrite è utile attenersi al consumo degli alimenti permessi.    

Alimenti proibiti: Spezie, salse, cibi fermentati e conservati, insaccati, fritti, tè, caffè, vino liquori, bevande ghiacciate, gelati, pane fresco, carni e pesci grassi, vegetali crudi, formaggi grassi e fermentati.

Alimenti permessi: Latte, pasta con burro fresco, semolino, riso, brodo di legumi, pane abbrustolito, grissini, carni magre ai ferri o bollite, pesci magri, verdura cotta, frutta cotta, formaggi freschi.

 

Insufficienza renale

Il trattamento dietetico dell’IRC é affrontato esaurientemente dalle Linee Guida della Società Italica di Nefrologia, a cui queste fanno specifico riferimento.

      Una riduzione dell’introito dietetico di proteine, e conseguentemente di fosfati, riveste un importante ruolo nella terapia conservativa dell'IRC, permettendo: a) un controllo dei livelli di urea e paratormone; b) dell'equilibrio acido-base (in particolare dello stato di acidosi metabolica); c) il mantenimento di uno stato nutrizionale soddisfacente; d) il rallentamento della progressione dell'IRC verso l'uremia terminale.

      E’ indicata una dieta che fornisca 0,7 g/kg di proteine ed almeno 35 Kcal/kg/die. Ciò implica che il paziente venga sottoposto all'inizio del trattamento, ed in seguito con frequenza almeno trimestrale (Raccomadazione D), a valutazione da parte di una dietista al fine di ottimizzare l'apporto delle sostanze nutrienti ed in special modo dell'apporto calorico. Quest'ultimo è di fondamentale importanza in quanto se esso risulta inferiore a 30-35 Kcal/kg, il paziente in dieta ipoproteica va incontro, nel tempo, a malnutrizione. Un simile apporto calorico deve essere realizzato aumentando, rispetto al soggetto normale, la percentuale di carboidrati e lipidi nella dieta. Tali percentuali non vanno sostanzialmente modificate nel paziente diabetico. Ciò non causa alterazioni del metabolismo lipidico e glucidico, sia nel paziente con normale tolleranza glucidica sia nel diabetico. Le proteine alimentari devono essere per il 75% ad alto valore biologico.

 

Raccomandazione:

·         Dieta idropinica 2-3 litri di acqua oligominerale al dì;

· Proteine: 0.7 g: kg/peso ideale (75% ad alto valore biologico)

· Glucidi: 60% delle calorie (zuccheri complessi, alimenti a basso indice glicemico)

· Lipidi: 30% delle calorie (rapporto ac. grassi polinsaturi/saturi >1.2; colesterolo 300-350 mg/die)

· Calorie: >35 kcal/kg peso ideale/die

· Potassio: introito libero per FG>10 ml/min

 

Insufficienza renale con CREATININEMIA < 1,5 mg/dl

La terapia si prefigge di evitare l'iperfiltrazione del rene per prevenire o rallentare la nefropatia evolutiva con dieta ipoproteica e modicamente ipofosforica e di raggiungere il peso ideale.

Controllare lo stato ipertensivo presente mediante la riduzione dell'apporto sodico e calorico.

Prevenire le eventuali dislipidemie presenti e l'osteodistrofia.

Valutare attentamente l'apporto calorico per evitare il catabolismo proteico.

Dieta normocalorica, iposodica, ipofosforica, ipoproteica, con proteine ad HBV.

Pasti frazionati, porzioni sotto la norma.

Condimenti vegetali a crudo.

Alimenti vietati:   Salse, salamoie, dadi, estratti, maionese, cioccolato, inscatolati, cibi sotto sale, creme, dolci, caffè, insaccati, frutta secca, legumi, frattaglie, cacciagione, sgombro, tonno, baccalà, prezzemolo, sedano, spinaci.

 

Insufficienza renale lieve 1,5 mg/dl < CREATININEMIA < 2,5 mg/dl

La dieta si prefigge di evitare l'iperfiltrazione da surlavoro del rene per rallentare la sclerosi glomerulare.   Raggiungere il peso ideale e controllare l'eventuale stato ipertensivo presente mediante la riduzione dell'apporto sodico e calorico.

Cercare di prevenire le eventuali dislipidemie presenti e controllare l'osteodistrofia.

Calcio e fosforo sotto attento controllo.

E' parametrata ai LAFg individuali per impedire il catabolismo proteico.

Eventuali supplementazioni di vitamine e minerali ed integrazioni caloriche.

Dieta per valori di creatininemia compresi tra 1,5 e 2,5, lievemente ipercalorica, ipoproteica, iposodica, ipofosforica, con alimenti speciali aproteici, piatti frazionati nella giornata, porzioni sotto la norma.

Condimenti vegetali a crudo (meglio mais).

Alimenti vietati:   Insaccati, inscatolati, formaggi tutti tranne mozzarella e ricotta, leguminose, dadi da brodo, estratti di carne, frattaglie, alimenti conservati in salamoia, bevande alcoliche, liquori, budini, cioccolato, creme, frutta secca e oleosa, aceto, sedano.   N.B. Solo pasta pane e derivati aproteici.

 

Insufficienza renale marcata 2,5 mg/dl < CREATININEMIA < 8 mg/dl

La terapia sarà sempre adeguata ai fini calorici del paziente per impedire il catabolismo proteico, data l'ipoproteicità della dieta.   Ridurre l'iperfiltrazione (o surlavoro) del rene per frenare la sclerosi glomerulare e quindi l'ulteriore evoluzione dell'insufficienza renale.

Raggiungere il peso ideale, anche se difficile in questa fase.

Controllare l'eventuale stato ipertensivo presente con dieta iposodica.

Dieta marcatamente ipofosforica.

Trattare le eventuali dislipidemie e controllare l'osteodistrofia uremica con adeguato rapporto Ca/Ph.

Sintesi:   Dieta usualmente ipercalorica, con alimenti speciali aproteici, iposodica, ipofosforica, ipopotassica, ipoproteica, con P ad HBV.

Condimenti vegetali a crudo (meglio mais).

Pasti frazionati, porzioni sotto la norma.

Alimenti vietati:   Insaccati, inscatolati, formaggi tranne mozzarella e ricotta, legumi, dadi da brodo, estratti di carne, alimenti in salamoia, alcolici, liquori, budini, cioccolato, creme, frutta secca e oleosa, aceto, sedano.

N.B. Solo pasta pane e derivati aproteici.

 

Ipertensione     -    

Aumento della pressione dei liquidi circolanti nei vasi sanguigni. Suggerimenti dietetici generali: evitare pasti troppo abbondanti e liquidi in quantità eccessive; limitare l'uso dei sali di sodio e del sale da cucina; le vivande debbono essere cucinate in maniera semplice e senza intingoli.

Alimenti consigliati: Pasta, riso, semolino in brodi vegetali; pastine glutinate con olio crudo e pomodoro fresco; pane integrale o fette biscottate; verdure crude o cotte (in particolare cipolle e carciofi); formaggi tipo mozzarella, robiola, pastorella; frutta fresca matura.

Alimenti da evitare: Brodi di carne, zuppa di pesce, pasta con sughi elaborati, tortellini, agnolotti, ravioli; pane fresco e con sale, carni grasse e insaccate, frattaglie, pesci grassi e crostacei, grassi animali cotti e crudi, uova fritte, peperoni, cavoli, funghi, cetrioli, frutta acerba, panna, formaggi grassi e fermentati, caffè, vino, liquori.

 

Intolleranza al glutine

La dieta impone l'esclusione di qualsiasi cibo contenente glutine ed il recupero dello stato nutrizionale del paziente spesso in sottopeso e con evidenti carenze da malassorbimento.

Sono quindi permessi unicamente i prodotti a base di mais, riso e tapioca ed i loro derivati.

Ridotto apporto di lipidi con rapporto qualitativo privilegiante insaturi o MCT.

Eventuali supplementazioni.

Dieta ipercalorica, iperproteica e ipolipidica soprattutto nei grassi animali, scelta di alimenti a base di mais, riso, tapioca, cassava, fecola di patate, latte se tollerato.  Porzioni sotto la norma, piatti semplici, condimenti vegetali a crudo.

Alimenti vietati:   Frumento, avena, orzo, segala, birra, cioccolato al latte con cereali, farina, latte intero, pasta alimentare, pane, biscotti, dolci confezionati con farina di frumento, snack a base di cereali con glutine, latte intero, formaggi grassi - fermentati, carni grasse.

 

Meteorismo     -     

Con il termine meteorismo si indica quel sintomo causato da un eccesso di gas intestinale, che causa spasmo e distensione dell'addome.

I rimedi contro il meteorismo

- masticare lentamente, almeno 20 atti masticatori prima di deglutire;

- evitare le abbuffate;

- mangiare in un ambiente rilassante, senza parlare troppo tra un boccone e l'altro;

- evitare di fumare durante e subito dopo i pasti;

- evitare combinazioni alimentari particolarmente sfavorevoli: carne e formaggi; uova e legumi; pasta o pane associata ad alimenti grassi;

- Limitare il consumo di alcol, bevande gassate e più in generale di tutti quegli alimenti che contengono aria (panna montata, pasta sfoglia, carne trita, chewing gum, caramelle ecc).

 

Osteoporosi

La terapia dietetica si prefigge di correggere deficienze alimentari qualitative e quantitative per riportare il malato al peso ideale.

La dieta consigliata, normoproteica, bilanciata, deve contenere minerali e vitamine in quantità tali da impedire la perdita ossea.

Dieta normocalorica, normoproteica, leggermente ipolipidica, con scelta opportuna di alimenti ricchi di Ca, Fe, Mg, Vit. A, Vit. D, variata, con porzioni nella norma.

Si prevedono eventuali integrazioni.

Alimenti vietati:  Formaggi fermentati - piccanti, salumi, selvaggina, carni grasse - conservate, carni e pesci affumicati, carni insaccate, cacciagione, spezie, alcoolici, verdure ricche di scorie, fitati e ossalati.

 

Sindrome metabolica

3 o più dei seguenti criteri:

  • Obesità viscerale: circonferenza vita >102 cm negli uomini, >88 cm nelle donne;

  • Ipertrigliceridemia > 150 mg/dl

  • Basso HDL colesterolo: <40/dl negli uomini; <50 mg/dl nelle donne

  • Pressione arteriosa: >130/85 mm Hg

  • Glicemia a digiuno: 110 mg/dl

Indicazioni dietetice:

·         Grassi saturi < 7%

·         Grassi polinsaturi più del 10 % delle cal. Tot

·         Grassi monoinsaturi più del 20 % delle cal.tot

·         Grassi totali 25 – 35 % ca. tot

·         CHO 50 – 60 % cal. Tot

·         Proteine circa il 15 % cal. Tot

·         Fibre 20 -30 g/die

·         Colesterolo < 200 mg die

Attività fisica moderata (con un dispendio energetico di circa 200 cal/dì)

Dieta ipocalorica, con la priorità del raggiungimento di un adeguato stato nutrizionale e del peso ideale.   Grassi saturi, purine, colesterolo, sale, zuccheri semplici sotto rigoroso controllo per la normalizzazione dei molteplici fattori di rischio associati.

Dieta a tendenza vegetariana, con carboidrati complessi e fibra.

Dieta ipocalorica, normoproteica o ipoproteica, pasti frazionati, frutta negli spuntini, eliminazione di un secondo piatto, monopiatti alternativi, cibi integrali.

Condimenti vegetali a crudo.

Alimenti vietati:   Insaccati, inscatolati, formaggi grassi - piccanti - stagionati, frattaglie, cacciagione, carni grasse, salse piccanti, creme, pesci grassi, alcoolici, cacao, cioccolato, burro, latte intero, cervella, paste ripiene.

 

Sovrappeso eccessivo

Definizione:   BMI sup. a 27

Necessita di valutazione dello stato nutrizionale per definire i valori di FFM, FAT e TBM e quindi determinare se il sovrappeso è imputabile esclusivamente ad un FAT superiore a quello desiderabile.

La dieta si prefigge un decremento ponderale graduale, con un regime ipocalorico bilanciato.

Dieta ipocalorica bilanciata · MB a seconda del LAFg.

Variata su modello di riferimento della dieta mediterranea secondo le abitudini alimentari del soggetto.

Alimenti vietati:   Salumi, carni grasse, insaccati, inscatolati, bevande alcooliche, dolci, cioccolato, snack, formaggi grassi - molli o semiduri - stagionati - fermentati - piccanti, latte intero, crema di latte, creme, frutta secca e oleosa, frattaglie, pesci grassi, , maionese, panna, mascarpone, caffè, tè, liquori, spumanti, aperitivi.

 

Stipsi -

La dieta per la stipsi causata da ipocinesia del colon (non da ostruzione intestinale) si prefigge l'accelerazione e la normalizzazione del transito intestinale, imponendo la regolarità e l'igiene alimentare e un apporto elevato di scorie.

Deve essere opportunamente parametrata come apporto calorico negli stati di sovrappeso.   Nel primo approccio dietetico si consiglia di moderare l'uso di alimenti che possono dare fenomeni di fermentazione.

Dieta normocalorica ricca di scorie, con porzioni lievemente sotto la norma.

Con ricchezza di frutta e vegetali, inizialmente paste integrali, legumi, cavoli, verze, broccoli in quantità moderate.

Legumi sempre passati.

Condimenti vegetali a crudo.

Alimenti vietati:   Cacao, cioccolato, tè, orzo, riso, fritture, spezie (ad eccezione del peperoncino), salse, carni grasse, cacciagione, frattaglie, carni in salamoia, formaggi grassi - piccanti - stagionati, insaccati, inscatolati, bevande ghiacciate, gelati, vini rossi.

 

Uricemia -    

Tasso di acidi urici presente nel sangue. Essa può aumentare a causa di squilibri dietetici, obesità, farmaci, fattori ambientali e genetici. L'acido urico infatti è formato dalle ossidazioni delle basi puriniche endogene ed esogene (alimentari).

L' iperuricemia può a sua volta condurre ad attacchi di gotta.

 

Alimenti ricchi in purine e quindi sconsigliati: Carni, interiora, brodo di carne, gelatine, insaccati, crostacei, molluschi, salmone, caviale, cervello, birra, vino e alcolici, pasta alimentare.

Alimenti poveri in purine: Patate, latte, formaggio, riso, pane, legumi, vegetali, frutta, uova.

Essendo le purine dei dedotti di acidi nucleici, si trovano nel materiale genetico di cellule sia vegetali che animali.

 

Urolitiasi Fosfatica -

La dieta controlla l'assorbimento del fosforo e del calcio alimentari attraverso la esclusione di cibi ad alto contenuto dei due elementi.

E' necessaria la valutazione dell'apporto di citrati che possano formare sali in presenza di dieta con fosforo troppo basso.

La dieta è tendenzialmente vegetariana, ipoproteica, ipofosforica, con aumentato apporto idrico, leggermente ipocalorica e iposodica.

Dieta normocalorica o leggermente ipocalorica, ipofosforica, con esclusione giornaliera di un secondo a base di proteine animali.

Pasti frazionati, frutta lontana dai pasti.

Alimenti vietati:   Pane bianco, fagioli, fave, lenticchie, patate, carni insaccate - conservate - salate - affumicate, prosciutto, salsicce, salame, carne di maiale, fegato, pesce, uova, formaggi in genere, cavoli, olive, datteri, pere, fragole, frutta secca, snack, salse.

 

Urolitiasi Ossalica -

La dieta si prefigge di diminuire l'iperossaluria attraverso cibi con scarso o assente contenuto di ossalati.

La dieta è normocalorica, ipolipidica, con una percentuale di zuccheri semplici ridotta.

Solo lievemente ipocalcica, con associata terapia idropinica.

Dieta normocalorica, bilanciata, con cibi a scarso contenuto di acido ossalico e di acido ascorbico.

Alimenti vietati:    Frattaglie, selvaggina, molluschi, frutti di mare, acciughe, sgombri, sardine, stoccafisso, baccalà, dadi, estratti di carne, lievito di birra, spinaci, zucca, rabarbaro, patate dolci, indivia, sedano, legumi, frutta sciroppata, farina integrale, germe di grano, liquori e liquori, salse conservate, alimenti sott'olio, in salamoia e sotto sale.   N.B. Zucchero e miele con moderazione.

 

Urolitiasi Uratica -

presenza nelle vie urinarie di calcoli di dimensioni variabili, che possono ostacolare il normale deflusso dell’urina e provocare lesioni alla parete delle vie escretrici. Si tratta di una malattia con notevole tendenza a ripresentarsi nello stesso soggetto. Per alcune forme si ritiene abbiano importanza fattori ereditari.

Una terapia di questo tipo, che ha soprattutto un significato di prevenzione nei soggetti predisposti, comprende principalmente l’assunzione giornaliera di elevate quantità di acqua oligominerale (2-3 litri al giorno, per la maggior parte a stomaco vuoto), per cui è detta idropinica. Aumentando così il volume delle urine, si favorisce l’allontanamento spontaneo dei piccoli calcoli e si ostacola il loro accrescimento.

La dieta controlla il metabolismo purinico e la formazione di urati, tende eventualmente ad alcalinizzare il Ph urinario per favorire la solubilizzazione degli urati stessi.

Alimenti vietati:   Formaggi, selvaggina, carni gelatinose, frattaglie, carni e pesci grassi, crostacei, molluschi, insaccati, fritture, pane bianco, frutta secca, legumi secchi, datteri, fichi, fragole, melone, cocomero, Interiora, acciughe, sardine, tè, caffè, cacao, spinaci, cavolfiori, asparagi, funghi secchi, tartufi, salumi, selvaggina, crostacei, superalcolici, spezie, dolcificanti con fruttosio, bibite, aperitivi, alcoolici, acque dure.

N.B. Moderare, per i loro effetti acidificanti, riso, pasta, pesche, albicocche, arance, banane, uva.

Alimenti consigliati: Riso, pane abbrustolito o grissini, carne magra (con moderazione), pesce magro, patate, carote, sedano, barbabietole, pomodori, carciofi, lattuga, latte, latticini, formaggio fresco.